Da oggi lunedì 4 maggio, sono tornate al lavoro in regime di sicurezza le 400 aziende moda del distretto bolognese CENTERGROSS, ma una reale ripresa non è possibile se il commercio al dettaglio resta fermo e i negozi chiusi.
“C’è bisogno di accelerare per rilanciare i consumi“: le parole del presidente, Piero Scandellari.
Hanno fatto tutto il possibile in questo periodo per attrezzarsi ed essere pronti allo scatto.
Avrebbero voluto partire prima, non è stato permesso.
Tornare operativi lunedì senza l’apertura dei negozi fisici e delle attività del commercio al dettaglio non può esserci ripresa.
La filiera è spezzata, a molti imprenditori non conviene neanche riaprire se tutto il comparto non torna operativo.
“Per questo chiediamo alle autorità di competenza di concedere la riapertura anticipata dei negozi il prossimo lunedì 11 maggio rispetto alla data di sblocco prevista per il 18 – prosegue il presidente –. È vitale, inoltre, che lo stato favorisca la ripresa dei consumi tramite l’azzeramento delle aliquote IVA fino almeno al termine del 2020, la riduzione del 50% dei contributi previdenziali fino a tutto il 2021, e attraverso un’importante campagna di promozione del vero made in Italy”.
CENTERGROSS Bologna
Polo d’eccellenza dedicato al pronto moda tra i maggiori in Europa, Centergross si sviluppa in un’area di 1 milione di metri quadrati alle porte di Bologna. Fondato nel 1977, raccoglie oltre 600 aziende, 400 delle quali del settore fashion, e 6.000 lavoratori. Il volume complessivo di affari, che ne fa una delle aree di maggiore fermento per il settore moda made in Italy a livello internazionale, è di 5 miliardi di euro l’anno, con una media di presenze di migliaia buyers al giorno, provenienti per il 60% dai mercati esteri, in particolare da Asia, Europa e Medio-Oriente. Presenti all’interno, piccole, medie, e grandi imprese, tra realtà internazionali come Gruppo Teddy (Rinascimento, Kitana, Terranova, Calliope – 644 milioni di fatturato e 2.892 dipendenti), e Gruppo Imperial (Imperial, Please, Dixie, Magico Kid – 200 milioni fatturato e 800 dipendenti).